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![]() Tweet LAMAISMO Forma particolare di buddhismo, diffusa nel Tibet e in Asia centrale, connotata da un complesso apparato ecclesiastico con forti poteri temporali. Introdotto inizialmente, sul principio dell'VIII secolo, nella forma mahayanica, il buddhismo tibetano si colorò assai presto di forti tinte mistiche derivate dal tantrismo e dovute sia all'insegnamento del maestro Padmasabhava (guru Rimpoche) sia alle scelte politiche della casa regnante tibetana che, per sottrarsi all'egemonia culturale cinese, privilegiò gli apporti religiosi di provenienza indiana. Il buddhismo tibetano assorbì quindi e diede ampio spazio a pratiche magico-religiose mutuate dal preesistente sciamanesimo popolare (religione bon), sottolineando, più che altrove, la componente monastica (setta nyigmapa). Riorganizzato radicalmente da Tsong Khapa (1355-1417), il buddhismo tibetano "riformato" (setta gelugpa) accentuò fortemente la propria organizzazione gerarchica (culminante nelle due figure del dalai lama e del panchen lama) assumendo gradualmente quasi tutti i poteri temporali nel Tibet ove una percentuale rilevante della popolazione finì col praticare la vita monastica. Il lamaismo si estese, con alcune varianti, alla Mongolia e, in parte, anche ad altre popolazioni seminomadiche dell'Asia centrale, come i kirghisi e i calmucchi. |
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